Chi siamo. Anzi: cosa vogliamo.

Ognuno di noi conosce almeno una persona dotata di particolari doni. La capacità di guarire un orzaiolo con l’ago e il filo di lana, di “guarire i bachi”, di togliere malie e invidie recitando antiche cantilene. E indovinare i mesi più piovosi osservando dodici bucce di cipolla lasciate a seccare nell’aia, trovare il punto esatto dove scavare un pozzo o dove non fare l’orto. E nella cultura popolare esistono posti in cui la notte si evita di passare, e di giorno, se proprio ci si deve passare, ci si fa il segno della croce. Perché in quel posto, “ci si vede” o “ci si sente”. Perché li, le “ombre” senza pace si palesano e domandano clemenza al viandante. Storie di fantasmi, di cavalieri, di anime inquiete.

La nostra generazione ha vissuto queste cose in prima persona. Erano i nostri nonni che ce le raccontavano o che ci mostravano rituali e luoghi magici. Siamo cresciuti con la TV e lo zolfo lasciato scaldare sul fuoco prima di essere disciolto nel’acqua previa recitazione della formula che si tramandano le persone prescelte, la lettura di Focus e delle “Novelle della Nonna” di Emma Perodi, in cui si narrano le storie dei cavalieri morti a Campaldino e delle loro anime erranti. Guardiamo lo Space Shuttle che rientra dallo spazio e quando passeggiamo in campagna, a quel bivio ci guardiamo intorno perché la nostra nonna li si faceva il segno della croce ed accelerava il passo.

Noi siamo la fortunata generazione che è l’anello di congiunzione tra il passato ed il futuro, quindi. Conosciamo ambedue i mondi. Il passato con le sue leggende ed il presente. Abbiamo dalla nostra parte la conoscenza “diretta” degli avvenimenti, ne conosciamo il valore e siamo consci del fatto che abbiamo il dovere di divulgare questa storia affinché non vada perduta.

Ognuno di noi ha deciso di portare la propria passione e la propria capacità e competenza tecnica in questo progetto.

La catalogazione dei fenomeni, degli avvenimenti, dei personaggi storici e delle località attraverso dei computer. La ricerca e l’analisi storica comparata delle “leggende” attraverso ricerche effettuate su internet. Ma soprattutto la ricerca sperimentale e strumentale sul posto. Per noi è diventato normale effettuare sopralluoghi nei posti dove la legenda vuole che si manifestino i fantasmi di una antica battaglia, armati a nostra volta di strumenti che potenzino i sensi che madre natura ci ha donato. Misuratori di variazione di campo magnetico, fotocamere e videocamere ad ampio spettro, registratori analogici e digitali per dimostrare le tesi dei nostri vecchi. Ed è diventato normale ottenere dei risultati strabilianti in ognuna delle nostre esplorazioni, con lo stupito beneplacito di persone al di sopra di ogni sospetto quali periti forensi, esperti storici, studiosi di chiara fama.

Il nostro obiettivo principale è qualcosa che finora non è stato mai affrontato in maniera seria e scientifica.

Immagini distinte delle “ombre” di cui sentivamo parlare da piccoli. La registrazione audio delle voci nei posti in cui “ci sentivano”. Non sono un qualcosa che andremo a cercare: sono qualcosa che abbiamo già ottenuto.

Dalla leggenda alla sua dimostrazione scientifica. Nel mezzo, un punto interrogativo: c’è chi lo chiama “dio”, chi lo chiama “natura”. Noi semplicemente lo chiamiamo “energia”.

L’INIZIO IN UN BRIVIDO

Una sensazione strana, come quando ci si sente osservati. Una sorta di brivido che percorreva il mio corpo quando mi trovavo a passare per un determinato punto della mia abitazione. Tutto ciò che stiamo vivendo in questi mesi turbolenti, si può dire che abbia avuto origine da questa singolarità. imageIl mio essere razionale faceva ricadere questa sensazione con qualche fenomeno elettrico o energetico. La presenza di una cassetta di derivazione nella parete vicina mi dava sicurezza in tal senso. Gli studi compiuti mi rimandavano ai “flussi ordinati di elettroni liberi”.

Alla luce attuale dei fatti, posso solo dire che avevo indovinato per metà. Di energia si trattava. Ma non quella che pensavo io.

Da quel momento, le mie certezze di essere razionale invece di crollare, si ampliarono.
Con l’esperienza dei fatti vissuti anche nella mia infanzia come scudo, mi sono trovato a vivere questa avventura.

Che si proceda allora! Armati di scienza, tradizione ed incoscienza!

VILLA ZANELLI – SAVONA (SV) – LA NOSTRA VISITA, 14/10/2015

LA STORIA

Questa splendida struttura si trova a Savona, lungo la spiaggia del quartiere di Legino, ed è universalmente riconosciuta come uno dei più begli esempi di Liberty in Italia.  Purtroppo attualmente versa in stato di abbandono nonostante i numerosi tentativi di recupero sviluppate dalle varie amministrazioni regionali e comunali nel corso degli anni.

La villa fu voluta e fatta edificare nel 1907 dal capitano Nicolò Zanelli, ed è circondata da un grande giardino in comunicazione col mare. Appartenne alla famiglia Zanelli fino al 1933, per essere venduta al comune di Milano che la trasformò in campeggio e colonia internazionale. Durante la seconda guerra mondiale venne adibita a campo ospedaliero (sono ancora visibili le tracce delle croci rosse sulle pareti esterne), in particolare sulla torre.

Dal 1967 diventa, grazie alla regione, struttura utilizzata dall’USL per il trattamento dei cardiopatici, ma nel 1998 il crollo di una parte dell’edificio impone la chiusura dell’attività ospedaliera per ragioni di sicurezza, rimanendo in attesa di un restauro. Da allora la villa versa in stato di completo abbandono.

La Villa è stata oggetto di interesse per gli appassionati del paranormale, perché sono circolate sul web delle notizie circa l’avvistamento, in alcune occasioni, di una figura luminosa sulla torretta.

LA NOSTRA VISITA

Siamo arrivati davanti alla villa e sbirciando dalle inferriate abbiamo potuto ammirare la bellissima facciata principale, che è quella che dà sulla strada. Come dicevamo è in stile liberty ed ha quella lussuosità inquietante tipica di questo stile specialmente quando si trova in edifici abbandonati. Girando intorno al muro di cinta, siamo arrivati alla spiaggia, dalla quale abbiamo potuto visitare anche il lato posteriore della villa. Questo lato della villa è ancora più imponente è più inquietante, se non altro per la visione delle splendide vetrate completamente ridotte in pezzi. Davanti al muro di cinta nella spiaggia libera, c’era un pezzo di spiaggia circondato da una fettuccia bianca e rossa come se all’interno vi fosse successo qualcosa di pericoloso visto che non c’erano segni di scavi o di lavori. Guardando bene la casa, ci accorgiamo che nella torretta si vede l’enorme Croce Rossa sbiadita dal tempo, riprova dell’utilizzo della villa come struttura medica durante il tempo di guerra.  Concentrandosi, comincia a formarsi nella mente di Susy la figura di un uomo di statura molto grande e dotato di un portamento elegante e marziale: “La sensazione che ho avuto è che si trattasse di uno psicopompo, ovvero di una entità con il compito di accompagnare le anime verso la loro destinazione dopo il trapasso”. La storia di questa villa sembra avvalorare la tesi di una presenza di questo tipo: luogo di cura e presumibilmente di decessi, non è impossibile che tra queste mura non sia rimasta una forma di energia “positiva”, magari qualcuno che in vita si occupava del conforto dei malati terminali (prete, infermiere, dottore?).

Non abbiamo potuto effettuare ricerche all’interno della struttura in quanto chiusa e di proprietà privata. Dalla documentazione raccolta,  non è emerso niente di particolarmente evidente.